EGLISE SAINT-SULPICE – STORIA, LEGGENDA E….”IL CODICE DA VINCI”
Siete appassionati lettori, come me, dei libri di Dan Brown? Avete visto il film “Il Codice da Vinci” con Tom Hanks e Audrey Tatou? Allora sicuramente saprete che questa chiesa fa da sfondo ad una scena cruciale della storia! Ve ne racconto subito le curiosità, ma prima diamo un’occhiata generale.
La Chiesa di Saint Sulpice (San Sulpizio) è la seconda chiesa di Parigi per grandezza dopo la Cattedrale di Notre Dame. Infatti, a seguito del gravissimo incendio di quest’ultima nel 2019, Saint-Sulpice è diventata sede delle principali celebrazioni religiose fino alla fine dei lavori di restauro.
La data di costruzione della prima chiesa in questo luogo non è stata stabilita con certezza, poiché in origine la parrocchia di Saint-Sulpice era “amalgamata” nei territori della vicina Abbazia di Saint Germain des Prés (vedi https://parigi-facile.blogspot.com/2020/09/eglise-saint-germain-des-pres.html).
In ogni caso, si sa per certo che nel 1180 venne approvata la costruzione di una chiesa dedicata a Saint Sulpice le Pieux (San Sulpizio il Pio), arcivescovo di Bourges.
La chiesa attuale fu voluta dal parroco dell’epoca, nel 1642, poiché con il costante accrescersi della popolazione del quartiere, la chiesa esistente era troppo piccola per contenere tutti i fedeli. La prima pietra fu posata nel 1646. I lavori andarono molto a rilento e in corso d’opera il progetto fu rimaneggiato e ampliato, in quanto si stimò che la chiesa sarebbe stata ancora troppo piccola.
Alla fine la nuova chiesa fu completata nel 1733, anno nel quale fu anche approvato il progetto di Giovanni Niccolò Servandoni per la costruzione della facciata monumentale. Anche in questo caso i lavori andarono molto a rilento, fra continui cambi di progetto dovuti anche a problemi di staticità delle torri campanarie immaginate in partenza. Quella di sinistra venne ricostruita con uno stile diverso, ma poi la Rivoluzione bloccò di nuovo il cantiere. La torre di destra è rimasta allo stato originale, incompiuta, meno alta e più esile dell’altra.
La facciata principale si divide in due parti: quella inferiore in stile dorico, nella quale si apre un pronao, e quella superiore in stile corinzio, nella quale si apre una loggia. Al di sopra di esse si trovano le due torri che sono alte 68 e 73 metri.
Entrando nella Chiesa troviamo subito una delle particolarità che la caratterizzano: ai due lati della navata si notano due grandi acquasantiere, realizzate utilizzando come bacini due grandi valve di un mollusco chiamato tridacna gigante.
Menzioniamo anche il grande pulpito in legno dipinto e dorato e rivestito in parte in marmo. E’ ritenuto un capolavoro di equilibrio architettonico, in quanto poggia soltanto sulle scale laterali.
Fra le varie cappelle che si aprono lungo la navata, ci fermiamo subito sulla prima che incontriamo entrando sulla destra. E’ chiamata la Cappella dei Santi Angeli ed è stata decorata dal famosissimo pittore francese Eugène Delacroix fra il 1855 e il 1861. Sulla parete destra troviamo la rappresentazione di “Giacobbe che lotta con l’angelo” e su quella di sinistra “L’espulsione di Eliodoro dal Tempio”. Sulla volta Delacroix ha rappresentato “L’Arcangelo Michele che sconfigge il demonio”. La particolarità che unisce questi dipinti è stata spiegata dallo stesso artista: egli infatti non raffigurò gli angeli come “creature gentili e belle, esempi di bellezza celeste”, ma come “strumenti soprannaturali di forza e rabbia, di lotta e punizione”.
La seconda cappella a destra, detta Delle Anime del Purgatorio, contiene uno splendido gruppo scultoreo raffigurante La Pietà.
Una delle cappelle di sinistra, quella intitolata a San Paolo, ospita dal 2021 un memoriale per le vittime francesi della pandemia da Covid-19.
Per la descrizione di tutte le altre cappelle, non mancate di avvicinarvi ai pannelli descrittivi posizionati sulle colonne (di solito sono tradotti anche in inglese).
Il transetto (cioè quella parte della chiesa che rappresenta la parte orizzontale della croce) fu anche questo costruito a più riprese. Nella parte a nord (sinistra), nel 1901, venne collocata una statua in bronzo raffigurante San Pietro, che è la copia di quella che si trova all’interno della Basilica di San Pietro a Roma.
E in questa parte della Chiesa troviamo anche il riferimento alla scena del film “Il Codice da Vinci”. Nella storia infatti, Saint-Sulpice viene indicata come il luogo di passaggio della cosiddetta Linea Della Rosa, che secondo la fantasia dell’autore, dovrebbe essere il primo meridiano del mondo, il meridiano di Parigi. Questa Linea sarebbe contrassegnata da una sottile striscia in ottone che attraversa il centro di Parigi con dei medaglioni con la scritta “Arago” a distanza regolare fra loro, fino ai sotterranei del Louvre, dove si trova la Piramide Rovesciata, che secondo il romanzo sarebbe il luogo in cui dovrebbe trovarsi il Sacro Graal. Tale linea all’interno di Saint-Sulpice esiste veramente (così come anche i medaglioni “Arago” in giro per la città) ma la sua funzione era solamente di carattere scientifico. Quello che sembra un obelisco, addossato ad una parete del transetto, è in realtà uno gnomone, un orologio solare, costruito attorno al 1730. Lo scopo di questo orologio era quello di rilevare con precisione il mezzogiorno e di poter calcolare il calendario ecclesiastico, in particolar modo la festività di Pasqua. Fu elevato quindi l’obelisco alto 10 metri e la finestra del transetto sud venne chiusa, lasciando soltanto una piccola apertura a 25 metri di altezza che lasciasse passare a mezzogiorno un raggio solare che illuminava la linea meridiana, costruita con una striscia di rame incastonata nel pavimento della chiesa. All’uscita del romanzo di Dan Brown e successivamente con l’enorme successo del film, moltissime persone hanno davvero creduto che la storia raccontata sullo schermo fosse vera, tanto che i custodi della chiesa di Saint-Sulpice hanno dovuto appendere vicino allo gnomone un testo che chiarisce la realtà.
Ecco la traduzione:
La «meridiana» costituita dalla linea in ottone incastonata nel pavimento della chiesa è parte di uno strumento scientifico costruito durante il 18° secolo. Ciò fu fatto in pieno accordo con le autorità ecclesiastiche dagli astronomi dell’Osservatorio di Parigi da poco costituito. Essi usarono la linea per definire vari parametri dell’orbita terrestre. Allestimenti simili sono presenti in altre grandi chiese come la cattedrale di Bologna dove Papa Gregorio XIII fece studi preparatori per la messa a punto dell’attuale calendario Gregoriano.
Contrariamente a quanto fantasiosamente dichiarato in un recente romanzo di successo, non si tratta delle vestigia di un tempio pagano, peraltro mai esistito in questo luogo. Non è mai stata chiamata «Linea della Rosa». Non coincide con il meridiano che attraversa il centro dell’Osservatorio di Parigi che serve da riferimento per le mappe dove le longitudini sono misurate in gradi ad Est o Ovest di Parigi. Nessuna nozione mistica può essere derivata da questo strumento astronomico ad eccezione della coscienza che Dio il Creatore è il Signore del tempo.
Si noti anche che le lettere «P» e «S» nelle piccole finestre circolari ad entrambi gli estremi del transetto si riferiscono a Pietro e Sulpice, i santi patroni della chiesa, non all’immaginario «Priorato di Sion».
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